Permane grave la scarsità d'acqua irrigua nel Mezzogiorno d'Italia, in particolare in Puglia e Basilicata che, nella scorsa settimana, hanno visto ridursi rispettivamente di ulteriori 3 e 6 milioni di metri cubi le già carenti riserve idriche: mancano circa 96 milioni di metri cubi d'acqua in Puglia e 73 milioni in Basilicata rispetto agli stessi giorni dello scorso anno. Questi i dati resi noti il 3 giugno scorso l'Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue.

Ecco invece nel dettaglio la situazione di Puglia e Basilicata suddivisa per gestioni e con qualche scostamento dalle stime Anbi per la diversa collocazione di alcuni bacini. Se ne ricava che mentre il Nord della Puglia continua a versare in una condizione difficile per la carenza idrica disponibile per scopi irrigui, il quadro complessivo dei bacini della Basilicata, nei quali rientrano anche un invaso campano ed un altro pugliese, e che portano acqua irrigua anche verso la stessa Capitanata, la bassa Puglia e l'alta Calabria, pur non facile, riesce ancora ad essere gestita con strumenti di ordinario razionamento.
 

Puglia, bacini Consorzio per la bonifica della Capitanata

La situazione aggiornata al 5 giugno 2020 per i quattro bacini gestiti dal Consorzio per la bonifica della Capitanata permane dura. Se potevano contare al 27 aprile scorso, dopo un certo recupero sui volumi di acqua invasata rispetto a fine febbraio, su circa 177,8 milioni di metri cubi d'acqua (il 38,2% in meno di quanto registrato nello stesso giorno nel 2019), tale consistenza è ora attestata a circa 169,7 milioni di metri cubi. Un quantitativo diminuito rispetto a fine aprile, ma soprattutto si rilevano ben 134,5 milioni di metri cubi d'acqua mancanti rispetto al 5 giugno del 2019: il 44,2% in meno.

Una situazione che si fa ancora più pesante se si guarda al maggiore tra i quattro bacini, quello di Occhito sul Fortore: al 5 giugno l'acqua invasata ammonta a poco più di 126,4 milioni di metri cubi, contro i 224,9 milioni di un anno fa, il 43,78% in meno.

Qui il Consorzio di bonifica continua ad assicurare l'acqua irrigua secondo turni severi e si confida che le recenti precipitazioni possano aver dato respiro agli invasi, che sono captati anche per scopi idropotabili. In particolare, al 30 agosto, quello di Occhito dovrà garantire 60 milioni di metri cubi almeno per l'utilizzo idropotabile.
 

Basilicata, bacini Eipli

I dieci bacini gestiti in Basilicata, Campania e Puglia dall'Ente per irrigazione in Puglia, Lucania ed Irpinia presentano al 4 giugno una situazione non facile, ma di gravità minore rispetto alla Capitanata. Se potevano contare al 28 aprile scorso, dopo un recupero notevole di acqua invasata rispetto a fine febbraio, su 446,4 milioni di metri cubi d'acqua (il 15,5% di acqua in meno rispetto ad un anno prima), tale consistenza appare ora attestata a 426,2 milioni di metri cubi.

Anche in questo caso un quantitativo diminuito rispetto ad aprile, ma di soli 20,2 milioni di metri cubi d'acqua (-4,52%). E tutto sommato si tratta di una condizione non troppo diversa da quella del 2019, quando era presente comunque più acqua, per 517,8 milioni di metri cubi. Ma il deficit idrico annuale appare contenuto in 91,6 milioni di metri cubi: il 17,69% di acqua in meno.

Anche guardando al maggiore invaso di questa gestione, quello di Monte Cotugno, che a Senise raccoglie le acque del fiume Sinni, la situazione non cambia di molto: rispetto allo scorso anno ci sono 53,4 milioni di acqua mancanti, il 21,5% in meno.

Il razionamento e l'ottimizzazione nell'uso dell'acqua irrigua messi a punto da Regione Basilicata dovrebbero ancora consentire di irrigare in relativa tranquillità, seppur in un quadro peggiorato rispetto a fine aprile e sempre con la condizione che, anche queste acque, sono derivate per uso plurimo, e quindi hanno vincoli di natura idropotabile.