La scarsità idrica è attualmente uno dei problemi maggiormente diffusi e impattanti a livello mondiale. I cambiamenti climatici stanno portando ad una riduzione delle precipitazioni, con un conseguente prolungamento dei periodi di siccità che influenzano negativamente le produzioni agricole. La carenza idrica porta a un rallentamento della crescita e dello sviluppo della pianta con perdite produttive quantificabili fino al 50% e conseguente riduzione dei parametri qualitativi. 


Il perseguimento di un'agricoltura rigenerativa, integrata ed etica, diventa sempre più importante al fine di trovare soluzioni che possano aiutare le colture a fronteggiare la carenza idrica nel modo più efficiente possibile. Negli ultimi anni, tra i mezzi tecnici innovativi, i biostimolanti hanno apportato un valido contributo per la riduzione delle perdite produttive e l'aumento dell'efficienza d'uso delle risorse.

La proposta di Greenhas Group per far fronte alla carenza idrica

Ricerca ed esperienza hanno portato allo sviluppo di Eranthis, prodotto conforme al Reg.UE 1009/2019 come biostimolante non microbico delle piante per la tolleranza agli stress idrici. Si tratta di una miscela a base di estratti d'alga bruna (Ascophyllum nodosum e Laminaria digitata) e lieviti selezionati, formulata per aiutare le colture a mantenere il migliore equilibrio vegetativo e la più efficiente capacità fotosintetica in condizioni ambientali difficili. Molteplici sono stati gli studi condotti presso il Greenhas Research Center, al fine di verificare l'efficacia del prodotto conoscerne la modalità d'azione, su piante cresciute in condizioni di carenza idrica. Studi biometrici, fisiologici, biochimici e trascrittomici, sono stati condotti a vari livelli di complessità, dalla camera di crescita, alla serra, fino ad arrivare al campo, confermando l'utilità del biostimolante, nel conferire maggior equilibrio vegetativo e capacità produttiva a diverse colture esposte ad avversità climatiche.

 

Dagli studi in laboratorio all'efficacia in campo

Tra i parametri esplorati, uno di quelli che dà maggiori sicurezze e conferme relativamente all'efficacia del prodotto nel combattere lo stress da siccità è il potenziale idrico del fusto. Quest'ultimo rappresenta l'energia necessaria alla pianta per assorbire acqua dal suolo e trasportarla fino alle foglie attraverso lo xilema. In generale, a un minor contenuto idrico nel suolo, corrisponde una maggiore energia esercitata dalla pianta per il trasferimento dell'acqua. Le piante, sottoposte a stress idrico e trattate con il prodotto, mostrano un potenziale idrico con valori molto più vicini alle piante controllo cresciute in condizioni ottimali, rispetto a quello delle piante cresciute in condizioni di stress. L'analisi di questo parametro su colture differenziate (pomodoro, peperone e vite), sia in campo aperto che in camera di crescita, restituisce sempre lo stesso tipo di andamento e di validità statistica, confermando la capacità del prodotto a intervenire sull'efficienza dell'uso dell'acqua anche in presenza di stress idrico.

 

Allo stesso tempo, l'analisi di indicatori dello stress ossidativo, come il perossido di idrogeno (specie reattiva dell'ossigeno), ha confermato livelli più bassi di stress nelle piante trattate con il prodotto e cresciute in condizioni avverse. Il perossido di idrogeno, infatti, è prodotto a livello basale dalla pianta durante il suo sviluppo, ma tale produzione è fortemente incrementata in condizioni di stress, al fine di permettere alla pianta di inviare segnali di allerta innescando risposte e meccanismi di difesa. 
Il minor accumulo di specie reattive dell'ossigeno insieme all'aumento del potenziale idrico, dimostrano che le piante trattate hanno uno stato di salubrità maggiore, nonostante la scarsa disponibilità idrica.
Sono molti altri i parametri presi in considerazione al fine di valutare il livello di stress nelle piante trattate e non, come l'acido abscissico (detto anche "ormone dello stress"), enzimi ROS scavenger (con un ruolo fondamentale nel proteggere la pianta dallo stress ossidativo) e osmoliti (coinvolti nel mantenimento dell'equilibrio omeostatico e quindi del turgore cellulare). In tutti i casi, le piante stressate e trattate con Eranthis hanno sempre mostrato valori di stress inferiori rispetto a quelle stressate non trattate. In generale, i valori ottenuti dalle piante stressate trattate sono molto più vicini a quelli delle piante controllo cresciute in una condizione idrica ottimale.


Ulteriore conferma si ritrova nell'analisi di parametri legati alla vitalità e alla salute generale della pianta, come il contenuto di clorofille, molecole fondamentali per l'adempimento della fotosintesi. Questi pigmenti sono normalmente danneggiati dagli stress ambientali, con conseguente diminuzione della loro concentrazione ed efficienza. Eranthis nonostante la presenza dello stress, è in grado di preservare e incrementare il contenuto dei principali pigmenti, preservandone l'efficienza per un corretto svolgimento del più importante processo fisiologico ovvero quello fotosintetico.

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(Fonte: Greenhas)


Eranthis è stato testato per diversi anni consecutivi in colture orticole e frutticole allevate in importanti realtà agricole nazionali e internazionali con risultati replicabili e solidi. Il biostimolante, applicato per via fogliare a basse dosi a partire da pre fioritura a fine ciclo, è in grado di ridurre gli effetti negativi degli stress idrici preservando quantità e qualità delle produzioni


Anni di ricerca e sviluppo condotti su Eranthis, restituiscono all'azienda l'immagine concreta di un biostimolante efficace nel contrasto degli effetti negativi dello stress idrico sulle colture, a supporto concreto degli agricoltori e delle produzioni sostenibili.

 

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